
Studio culturale sull’immigrazione cinese in Italia- Li Xuemei
Studio culturale sull’immigrazione cinese in Italia
di Li Xuemei
C’è una Cina che vive accanto a noi, nei negozi e nei laboratori artigiani, nei ristoranti e nelle scuole, nei paesi di provincia come nelle grandi città. Ma raramente riusciamo davvero a guardarla negli occhi. Studio culturale sull’immigrazione cinese in Italia di Xuemei Li, ricercatrice e mediatrice culturale, prova a farlo dall’interno, con la doppia lente di chi conosce due mondi e cerca di metterli in dialogo.

Una ricerca che diviene tesi, che diviene libro
Il libro, pubblicato nel 2024 e tratto da una ricerca iniziata quindici anni fa, non parla tanto di flussi migratori o statistiche, quanto di vita quotidiana: matrimoni, feste tradizionali, educazione dei figli, relazioni tra generazioni. Temi minimi, apparentemente domestici, che però diventano il punto in cui le culture si toccano e si trasformano.
Xuemei Li descrive il percorso dell’immigrazione cinese come un viaggio culturale a tappe: dallo smarrimento iniziale, al confronto con la società italiana, fino all’adattamento e al bilanciamento tra appartenenze. Una sorta di mappa delle identità in movimento, che mostra come l’integrazione non sia mai una linea retta ma un continuo oscillare tra passato e presente, tra memoria e futuro.
Il valore del saggio sta soprattutto nella prospettiva interna. Le voci raccolte, i racconti familiari, le riflessioni personali restituiscono una comunità viva, attraversata da contraddizioni e desideri, capace di reinventarsi senza rinnegare le proprie radici. Particolarmente toccanti le pagine dedicate alle donne e ai giovani di seconda generazione, sospesi tra due lingue, due modi di pensare e due universi di aspettative.
Esperienze lontane ma attuali
Pur partendo da esperienze di oltre un decennio fa, l’opera conserva oggi una forte attualità. Le trasformazioni sociali, la diffusione del digitale e l’apertura di nuove professioni hanno cambiato la fisionomia della comunità cinese, ma non il suo cuore: quel continuo negoziare la distanza tra culture, cercando un equilibrio possibile.
Con uno stile limpido e partecipato, Xuemei Li ci accompagna a scoprire che dietro ogni vetrina e ogni accento straniero si nasconde una storia di adattamento e di resilienza. E ci invita a un esercizio raro: guardare la migrazione non da fuori, ma da dentro, come un laboratorio vivo in cui si costruiscono identità nuove, condivise e interculturali.
Se volete leggerlo potete acquistarlo sul sito della casa editrice:
Oppure leggerlo presso la nostra Biblioteca.
Altre segnalazioni:
Chinamen: Un secolo di cinesi a Milano – recensione
(Madaì Bonilla)


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