
Due visioni diverse dei migranti a confronto
Il 22 ottobre 2025, in vista del Consiglio europeo del giorno seguente, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha adempiuto al rito delle Comunicazioni del Governo al Senato della Repubblica. In tale occasione ha parlato anche di “politiche di gestione delle migrazioni” (cfr. Consiglio europeo del 23 ottobre, le Comunicazioni del Presidente Meloni al Senato | www.governo.it).
Sempre il 22 ottobre 2025, il Cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, città natale di Papa Leone XIV ha ribadito ai migranti, al governo Trump, agli americani e al mondo intero che la Chiesa resta sempre dalla parte della vita e della dignità umana, ferita e umiliata, nei migranti (cfr. Dichiarazione del cardinale Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago, sulla posizione a fianco deg…).
Si tratta, certamente di “due approcci” diversi al mondo dei migranti.
Il primo dovrebbe essere “politico”, “tecnico”, “asettico” e infatti proclama che per gestire le migrazioni, l’Italia e la maggioranza dei Paesi europei condividono ormai una politica improntata a «fermezza contro l’immigrazione irregolare e i trafficanti di esseri umani, cooperazione con i Paesi di origine e transito, governo della migrazione legale, politiche più efficaci di rimpatrio».
E il governo italiano è orgogliosamente pioniere nel proporre agli altri governi «idee e soluzioni innovative», come la «logica del Piano Mattei per l’Africa» che offre cooperazione ai Paesi africani in cambio della loro capacità di trattenere i migranti, di reprimerne i desideri migratori e di accettare i rimpatri dei clandestini, stabilire una tabella di marcia per la revisione e, se incapaci di contrastare l’immigrazione illegale, l’abolizione di quelle «Convenzioni internazionali» (tipo quella di Ginevra?) ormai desuete, definire una lista «più ampia» di Paesi d’origine sicuri per rifiutarne “automaticamente” i richiedenti asilo e una lista di Paesi terzi sicuri dove poter rimpatriare immediatamente i richiedenti asilo e dove creare centri di detenzione fuori dai confini dell’Unione europea.
Gestione delle migrazioni: approccio politico-tecnico
In questo “discorso “politico-tecnico”, condivisibile o meno, sembra prevalere il consueto approccio repressivo in ambito di gestione delle migrazioni. Ma nessun discorso tecnico può fare a meno di un pizzico di passione ideale ed è così che la Presidente del Consiglio ci tiene a concludere che quanto promesso, realizzato e in corso d’opera è l’espressione dell’orgoglio italiano, che il governo è fiero d’incarnare e rappresentare perché la maggioranza del Paese lo sostiene.
Pensare le migrazioni: approccio ideale-appassionato
Il secondo intervento, quello del cardinale Cupich, può essere etichettato come un “approccio ideale-appassionato” (e per questo, secondo alcuni, “non politico” e realistico) verso i migranti. In realtà, condividendo il dolore degli immigrati: «delle famiglie distrutte; dei bambini abbandonati alla paura e delle comunità scosse da retate e detenzioni», esprime una visione della dignità umana che accomuna tutti, italiani o americani e migranti, e per questo non si può pensare di difendere il benessere degli uni calpestando la vita degli altri.
«È la Chiesa tutta (non solo quella americana) al fianco dei migranti: al fianco della madre che attraversa i confini per sfamare i propri figli; al fianco del padre che lavora in silenzio per costruire un futuro migliore; al fianco dei giovani che sognano sicurezza e un futuro migliore».
Per questo motivo, con scelte “politiche” in favore della comunità, il cardinale Cupich ribadisce che «le nostre parrocchie e scuole non respingeranno chi cerca conforto e non resteremo in silenzio quando la dignità viene negata. Nell’applicazione della legge è essenziale che si rispetti sempre la dignità di ogni essere umano».
E rivolgendosi, direttamente agli immigrati “senza documenti” (definiti illegali o clandestini) ne riconosce la presenza da molti anni, il duro lavoro, la creazione di famiglie e il contributo alla società americana. E, ammonisce, «gli americani non dovrebbero dimenticare che proveniamo tutti da famiglie di immigrati. Siete nostri fratelli e sorelle. E noi siamo al vostro fianco».
Le parola di San Giovanni Battista Scalabrini
Anche in questo caso risuonano premonitrici le parole di San Giovanni Battista Scalabrini che, nel 1901, comparando le legislazioni dei paesi d’immigrazione affermava che queste sono «più propense a considerare il grande fenomeno umano dell’emigrazione come un fatto anormale, piuttosto che un diritto naturale, e lo circondano di tante pastoie che quasi lo confiscano… Ora, l’esperienza dimostrò alla prova dei fatti che le misure di polizia non arrestano, bensì deviano dai nostri ad altri porti, le masse migratorie, rendendo così più doloroso e più dispendioso l’esodo… Gli ostacoli artificiali non trattengono le correnti, ma le fanno rigurgitare, aumentandone e rendendone più rovinoso l’impeto…
Ai legislatori, Scalabrini ricordava che «l’importanza di una legge non è tanto di essere liberale (o restrittiva, in base ai diversi approcci ideologici), quanto di essere buona, e buona non è la legge più larga (o più stretta), bensì quella che, basata sulla giustizia, meglio provvede ai bisogni per cui è stata fatta… (vale a dire anche ai bisogni dei migranti)».
Chissà se i nostri governanti avranno il coraggio di rispondere al “bene comune” più che agli “obblighi” di partito o di schieramento ideologico!
Roma, 24 ottobre 2025
22 ottobre 2025: due approcci diversi alle migrazioni
Nel presente video, trovate il discorso sulle politiche di gestione delle migrazioni circa dal minuto 31′.

Per conoscere San Giovanni Battista Scalabrini e il rileggere la sua particolare e “profetica” lettura delle migrazioni
Osservazioni e proposte di Mons. Scalabrini sul disegno di legge sulla Emigrazione italiana (1888, pagine 138-191)
Scritti – Volume 1 L’emigrazione. I missionari di San Carlo. Parte I (1887 – 1892)_A (pp.3-198)
Giovanni Battista Scalabrini. Un Santo patrono dei migranti
Studi Emigrazione n° 233/2024
Giovanni Battista Scalabrini e le leggi sulle migrazioni
Studi Emigrazione – giugno 2019 – n°215

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