
Recensione del libro Pizzi Cannella – Le migranti
Ci sono libri che diventano essi stessi luogo di incontro. Pizzi Cannella. Le migranti, Silvana editoriale, appartiene a questa categoria rara: un’opera che fonde arte, memoria e speranza in un unico respiro.
Il volume raccoglie e interpreta uno dei progetti più intensi di Pizzi Cannella, artista capace di tradurre l’esperienza migrante in forme delicate e potenti. Le sue “novantanove Migranti” sono abiti dipinti, sospesi, figure che non hanno un corpo visibile ma che proprio per questo invitano chi guarda a immaginare i volti, i nomi, le storie. Sono presenze che parlano di viaggio, di sradicamento, di speranza.

I saggi che arricchiscono il volume
All’inizio del volume vi sono alcuni brevi saggi che arricchiscono l’esperienza dell’opera: Accoglienza e arte. Nelle corsie sistine di Santo Spirito in Sassia, di Renata Cristina Mazzantini; L’abito più bello di speranza di Cesare Biasini Selvaggi e Le novantanove migranti di Rossella Fumasoni.
Le immagini del volume svolgono, comunque, il ruolo centrale. Non si limitano a documentare le opere: le restituiscono nella loro leggerezza e forza, con i tratti graffianti e insieme poetici che caratterizzano l’arte di Pizzi Cannella. Ogni tavola diventa una tappa visiva in cui lo sguardo del lettore è chiamato a sostare, a lasciarsi interrogare.

Un’immagine, un nome, una storia
Le frasi tracciate in grafie incerte completano le immagini: dove le parole raccontano, le immagini danno corpo all’indicibile. Sfogliando le pagine, si ha la sensazione di camminare tra figure silenziose che chiedono di essere riconosciute non come masse anonime, ma come singolarità, vite uniche.
Il libro riesce così a tenere insieme la forza estetica e l’urgenza sociale. Non è soltanto un catalogo d’arte, ma un atto di umanità e di accoglienza. Pizzi Cannella ci ricorda che le “migranti” non sono soltanto soggetti di cronaca, ma custodi di memoria e testimoni di futuro.

Per una biblioteca che si occupa di emigrazione e mobilità umana, Pizzi Cannella Le Migranti è un testo prezioso. È la prova che l’arte può farsi ponte, luogo di incontro, spazio di condivisione in cui la bellezza diventa la forma più autentica di accoglienza.
Per la nostra biblioteca che da sempre si occupa di mobilità umana, questo libro è più di un catalogo d’arte: è uno strumento di riflessione, un ponte tra culture e un invito ad accogliere la bellezza come forma autentica di solidarietà.
Vi invitiamo A scoprire Pizzi Cannella. Le migranti consultando il libro disponibile presso la Biblioteca del Centro Studi Emigrazione (CSER).
Un’occasione per lasciarsi toccare dell’arte e riflettere insieme sul significato umano della migrazione.
Oppure se volete acquistarlo:
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