
Migrazioni verticali – La montagna ci salverà?
Migrazioni verticali
La montagna ci salverà?
Quando si parla di migrazioni, la mente corre subito ai grandi flussi internazionali e alle frontiere attraversate. Tuttavia, esistono mobilità meno visibili ma altrettanto significative: spostamenti interni, che oggi si intrecciano con il cambiamento climatico, la ricerca di qualità della vita e le possibilità offerte dal digitale.
Il volume Migrazioni verticali. La montagna ci salverà? Mette al centro queste dinamiche, proponendo una riflessione sulla migrazione “in quota”: dalle città alle terre alte, dai centri urbani congestionati ai territori montani in trasformazione. È una riflessione che tocca anche la sfera del digitale: senza connessioni, senza infrastrutture tecnologiche, questa nuova forma di mobilità non potrebbe esistere.
Il volume mira a tre obiettivi principali:
- Quale ruolo gioca il ambiento climatico in queste mobilità interne?
- Chi sono i “nuovi montanari” e quali risorse hanno?
- La montagna può davvero costruire uno spazio di salvezza o rischia di essere anch’essa, un territorio fragile ed esclusivo?
Risultati e contributi
La spinta climatica
Il cambiamento climatico emerge come acceleratore di scelte già presenti: la fuga dal caldo urbano, dall’inquinamento e dallo stress trova nella montagna un orizzonte possibile, spesso narrato anche attraverso forum digitali, blog e canali social.
I nuovi montanari digitali
I migranti verticali non sono solo abitanti “per necessità”, ma spesso professionisti che, grazie alla connessione digitale, possono lavorare ovunque. Questa dimensione apre però anche interrogativi: chi non ha accesso a tali risorse rischia di restare escluso.
Le fragilità dei territori
La montagna, lungi dall’essere uno spazio incontaminato, presenta criticità: spopolamento, fragilità idrogeologica, carenze di servizi. Senza politiche adeguate e senza infrastrutture digitali diffuse, la migrazione verticale rischia di rimanere un fenomeno di nicchia.
La prospettiva metromontana
Il libro propone una visione “metromontana”: città e montagna come sistemi interconnessi, fisicamente e digitalmente. Le reti digitali possono rafforzare queste relazioni, rendendo la montagna non periferia ma nodo attivo di uno spazio sociale più ampio.
Cambiare prospettiva
- Mostra che le migrazioni non sono solo lontane: ci riguardano qui e ora, nei nostri paesi e nelle nostre città.
- Integra ambiente e digitale, facendo vedere come la crisi climatica e la connettività plasmino nuove forme di mobilità.
- Fa emergere soggetti sociali inediti, i “migranti verticali digitali”, capaci di lavorare a distanza ma anche di trasformare le comunità locali.
- Denuncia rischi e disuguaglianze, ricordando che la montagna non può essere un rifugio esclusivo per pochi privilegiati connessi.
- Invita alla responsabilità collettiva: la montagna non ci salverà da sola, ma può diventare parte di una nuova convivenza sostenibile se accompagnata da politiche pubbliche e da infrastrutture digitali inclusive.
Per acquistare il libro:
Migrazioni Verticali – A cura di Andrea Membretti, Filippo Barbera, Gianni Tartari
Leggi anche:
Recensione del libro – Sulle ali del cambiamento
Recensione del libro Calcio e migrazioni – Un fenomeno mondiale 1930-2022
(Vanessa Klinger)


Leave a Comment