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Studi Emigrazione n° 238/2025

Studi Emigrazione Anno LXII: 238/2025

Gli aspetti dell’orribile crimine rappresentato dal traffico di esseri umani vanno assumendo ai giorni nostri un rilievo sempre maggiore. Si reputa attualmente che non vi siano in ambito internazionale aree geografiche del tutto immuni dal fenomeno, tenendo congiuntamente da conto regioni di origine dei soggetti trafficati e
di destinazione dei flussi illegali: e ciò consente di dire che la tratta finisce per rappresentare, come è stato notato, «the darker side of globalization» (Barner et al., 2018; Scialdone, 2023). Nella determinazione di questi processi incidono tanto push factors (classicamente miseria e deprivazione dei contesti di provenienza) quanto pull factors, come l’attrazione esercitata da territori a cui si ascrive la possibilità di più floride opportunità sociali ed economiche.
In maniera analoga a quanto può riferirsi all’analisi dei caratteri della cosiddetta migrazione economica, trascurare questi elementi e prescindere dalle disuguaglianze strutturali che condizionano la mobilità dei soggetti più svantaggiati non aiuta affatto nella comprensione del fenomeno e tanto meno nel fronteggiamento delle sue ricadute più repellenti. La mera focalizzazione sui profili delle vittime e l’individualizzazione del discorso sulla tratta non dovrebbero scontare il rischio di una sorta di omissione – e anzi di depoliticizzazione – che deriva dalla mancata o insufficiente messa in evidenza di ciò che sta alle radici della marginalizzazione delle persone/dei gruppi più esposti al rischio di sottomissione a posizioni servili. Oggi si dispone a livello globale di informazioni e analisi articolate, che, seppur lontane dalla possibilità di una restituzione completa e definitiva dei profili della questione, impressionano per consistenza e caratteristiche dei fenomeni criminali in esame, a cui Studi Emigrazione ha scelto di dedicare questo numero monografico. Si valuta che la tratta di esseri umani a fini di sfruttamento degli stessi in prestazioni servili interessi ormai in tutto il mondo varie decine di milioni di persone, stimate in modalità differenti (e non sempre sovrapponibili) dalle diverse istituzioni sovranazionali attive sul tema : e da ultimo un indicatore che da un decennio a questa parte sta avendo discreta fortuna nella letteratura sul tema, cioè il Global Slavery Index, si attesta nell’ultimo dato disponibile (Walk Free, 2023) ad una stima di oltre 50 milioni di persone ridotte in schiavitù.