
Recensione “Il capitano che trasportava gli emigranti. Francesco Gerolamo Ansaldo, 1857-1926”
Un viaggio nella storia della migrazione italiana attraverso la vita di un uomo di mare
Con Il capitano che trasportava gli emigranti, lo storico Luca Lo Basso ci conduce lungo le rotte marittime solcate da milioni di italiani tra Ottocento e Novecento, ricostruendo con rigore e sensibilità la vicenda biografica di Francesco Gerolamo Ansaldo, capitano della navigazione italiana in un’epoca cruciale di mobilità transoceanica.
Attraverso una documentazione meticolosa – tra archivi navali, cronache dell’epoca e memorie familiari – Lo Basso fa emergere il profilo di Ansaldo non solo come uomo di mare, ma come testimone diretto e consapevole di uno dei fenomeni sociali più rilevanti della storia italiana: l’emigrazione di massa verso le Americhe. Il libro restituisce la complessità di questo processo attraverso lo sguardo di chi, giorno dopo giorno, trasportava migliaia di vite in cerca di un futuro migliore, affrontando non solo le traversie dell’oceano ma anche le sfide organizzative, igienico-sanitarie e umane di ogni traversata.
La figura di Ansaldo, lungi dal rimanere una semplice pedina della macchina migratoria, emerge come quella di un capitano attento, talvolta critico, e partecipe della condizione degli emigranti, consapevole delle ingiustizie e delle speranze che animavano quel movimento epocale. Lo Basso ricostruisce con finezza le sue scelte professionali e personali, inquadrandole nel contesto più ampio dell’evoluzione della marina mercantile italiana, delle politiche migratorie del Regno e dell’affermarsi di compagnie armatoriali come la Navigazione Generale Italiana.
Il libro si distingue per la capacità di intrecciare biografia e storia sociale, microstoria e macroprocessi, offrendo al lettore una narrazione coinvolgente e al tempo stesso informata, dove il protagonista diventa una lente attraverso cui osservare le dinamiche dell’esodo italiano, le condizioni delle traversate, i porti di partenza e di arrivo, e le trasformazioni del mestiere di capitano nel passaggio tra XIX e XX secolo.
Ad arricchire il volume sono anche le riflessioni implicite sulla dignità del viaggio migrante, sulla memoria di chi partì e su chi li accompagnò, in un tempo in cui l’oceano separava ma anche univa mondi e destini.
Il capitano che trasportava gli emigranti è un libro prezioso per chiunque si occupi di storia delle migrazioni, storia marittima o storia sociale dell’Italia moderna. Ma è anche una lettura appassionante per chi voglia riscoprire, attraverso un racconto autentico e ben documentato, la complessità umana e politica di uno dei capitoli più intensi dell’esperienza italiana.
La Fondazione Ansaldo ha presentato questo bel volume 11 aprile, per avere maggiori informazioni, clicca qui:

Archivio Fondazione Ansaldo



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