L’Emigrato – luglio 1980 – n.6-7

Ormai si va dicendo da tutti e su tutte le tonalità che l’emigrazione è cambiata, che non è più quella di un tempo, simboleggiata dalla fatidica valigia di cartone legata con lo spago. E chi si ostina a raffigurare l’emigrato così, con la valigia sulle spalle, è accusato di valigite acuta. Non parliamo poi di episodi come quelli di un Padre Maldotti che alla stazione di Genova è costretto a far a cazzotti con i locandieri profittatori per sottrar loro gli emigranti; o di un Padre Calbacchini ricercato a morte, che per due mesi trova rifugio in una capanna costruita in vetta agli alberi della boscaglia.