
Schiavi e galeotti e marittimi: una storia spesso dimenticata
Schiavi e galeotti: una storia spesso dimenticata
Nel numero 237 /2025 di studi Emigrazione si parla di schiavitù, argomento che sappiamo da sempre essere connesso con le migrazioni e purtroppo ancora oggi drammaticamente attuale.
Tra Trecento e cinquecento, Genova fu centro del commercio di schiavi e imbarco di galeotti. Anche in età moderna, forme di schiavitù e lavoro forzato continuarono, spesso legate al mare. Come spiega Mussarra (2021), il porto era attraversato da “migranti economici” e “pendolari del mare,” in cerca di lavoro tra le sponde del mediterraneo.
si veda anche nel nostro sito il tema dei lavoratori marittimi, trattato anche nel n. 236 di studi Emigrazione.

migranti Genova
Presenze ebraiche: tra accoglienza e restrizioni
Tra medioevo ed età moderna, Genova e la Liguria ospitarono comunità ebraiche attive nel commercio e nell’artigiano. La loro presenza fu però segnata da limitazioni, espulsioni e periodi di tolleranza temporanea, a seconda dei contesti politici e religiosi.
Si legga anche la ricerca fatta da la ricerca che riguarda la posizione della Santa Sede nei confronti dei rifugiati ebrei e cattolici di origine ebraica
immigrazione straniera a Genova: una lunga durata
contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’immigrazione straniera a Genova non è un fenomeno recente. Ponti di dialoghi documenta la presenza, già nel medioevo. La città, porto commerciale e industriale, offriva lavoro nei cantieri navali, nella portualità e nei servizi.
Le fotografie scattate tra fine ‘800 e inizio ‘900 mostrano gente di ogni nazione che condivide spazi urbani, religioni e mercati.
Una citta di ponti, non di muri

Genova gente d’ogni regione e nazionalità
Il titolo del volume – ponti di dialoghi – racchiude il messaggio più attuale. La storia di Genova non è solo fatta di muri i confini ma anche di ponti culturali e umani, costruiti tra chi arriva e chi già c’è. Le migrazioni in tutte le loro forme (volontarie, forzate, economiche o religiose), sono parte integrante della identità genovese e ligure. Nel nostro presente, in cui spesso il discorso pubblico sull’immigrazione è segnato da paura e semplificazioni, ricordare questi percorsi storici – attraverso testi come ponti di dialoghi e materiali visivi d’archivio – è un atto necessario. Le biblioteche digitali possono diventare luoghi privilegiati per riscoprire, studiare e condividere queste storie.
(Vanessa Klinger)