Scalabriniani la Rivista- gennaio – febbraio – 1999 – n. 1

Nella programmazione generale delle celebrazioni che avranno luogo a Roma, la giornata del 2 giugno è stata riservata per la Santa Messa giubilare. Nella Piazza San Pietro quel giorno avrà luogo l’incontro con il Papa, e in quello seguente la recita del Rosario presieduta dal Santo Padre che vorrà sigillare, come i grani della corona, questa fratellanza universale. Pur nella diversità di colori, di origini, di lingue, di culture e di religioni l’incontro dei migranti vuole essere un invito a tutti gli uomini perché si sentano fratelli e compagni di viaggio nell’unico cammino che conduce al Padre. Purtroppo, l’immagine dell’emigrante in molte parti del pianeta è tuttora ingombrante e logorata dalla povertà, dalla miseria, dalla guerra, dai conflitti civili, dalla strada impolverata e lungo la quale sono in agguato i briganti. L’intensità e la problematicità del fenomeno migratorio in questi ultimi anni sono tra gli aspetti più vistosi e inquietanti sia per la società civile sia per la Chiesa. La tolleranza e la carità della prima ora sono ancora per molti il modo di esprimere verso i migranti qualche gesto benevolo, ma spesso non si va oltre una attenzione marginale. Poi, ognuno continua a camminare, su marciapiedi opposti, chiuso nel proprio guscio, nei propri interessi e nella propria sofferenza. Il pregiudizio che possiamo avere nei confronti del diverso, e viceversa, nasce proprio perché non siamo consci dei valori del nostro vivere sociale e, per il cristiano in particolare, del suo impegno battesimale. Rimane, dunque, ancora molta strada da percorrere per scoprire in noi e in loro il vero volto di Dio Padre e poterci finalmente chiamare fratelli.