Un poeta brasiliano Gonçalvez Diaz,  rilegato in esilio. nella nostalgia della patria lontana scriveva così

“A minha terra tem palmeiras onde canta o sabia”

La più bella terra delle palme che adornano le sue foreste vergini, che piegano al vento il sottile pennacchio dalle cime dei suoi verdi colli, diffuse in copia delle sue città, ne suoi villaggi che per esso assumono un aspetto quasi orientale, il Brasile, potrebbe chiamarsi la terra del caffè.

La fama di Mons. Scalabrini, l’illustre Vescovo di Piacenza, è stata universalmente riconosciuta o consacrata. A anche
la terra, che gli diede la culla. ha reso un solenne e giusto tributo di lode e di riconoscenza all’uomo grande, che abbracciò col suo apostolato il mondi, portando fede ed amore agli italiani lontani dalla madre patria, dispersi oltre l’Oceano. Di tutte le dimostrazioni questa, per quanto umile. può dirsi la più sacra. Fu come l’epilogo di tutte le onoranze tributate alla santa o venerata memoria quell’anima eroica, di quel VESCOVO impareggiabile.

Parecchi dei nostri amici, non vedendo comparire il nostro Bollettino, ci domandano perché mai non se ne continua la pubblicazione? La risposta è già data nell’ultimo nostro numero, che cioè non intendiamo di assicurarne la regolare pubblicazione, ma che non mancheremo di tenere di quando in quando informati i nostri lettori dell’andamento dell’emigrazione in America, soggetto importantissimo e di palpitante attualità.

Ci perdoneranno i nostri benevoli lettori ed amici se, per un complesso di circostanze, ne’ i due mesi andati, non abbiamo avuto l’agio di pubblicare il nostro bollettino; d’altra parte però noi non intendiamo di assicurare sempre la sua pubblicazione regolare mensile: vuol dire che potendolo si farà, né mancheremo di tenere informati i nostri lettori dell’andamento dell’emigrazione in America, soggetto importantissimo e di palpitante attualità, e di quel poco di bene che i nostri Missionari van facendo in America a bene dei nostri connazionali emigrati, scopo esenziale della nostra Istituzione.

La data del I Giugno è collegata per i Missionari di S. Carlo ad una ben triste rimembranza. Due anni or sono, – in tal giorno – cessava di vivere nell’età di 66 anni l’amatissimo nostro Padre, Monsignor Giovanni Battista Scalabrini.

Ci venne fortunatamente alle mani una pastorale che S. Ecc. Monsignor Giuseppe Sarto mandava al suo clero il 19 agosto 1887, proprio nel tempo stesso che il compianto Mons. Scalabrini stava iniziando il suo Istituto per gli Emigranti Italiani.

Il fenomeno dell’odierna emigrazione è oggetto di stupore, d’ansietà, di apprensione per molti, e di studio per gli economisti; per taluni è uno spettro che disonora la patria, quasi non basti a se stessa, e non voglia e non possa sostenere i suoi figli e non abbia nel suo seno tanta forza da crear loro benessere, che vanno a cercare in paesi lontani e stranieri.

Il nostro bollettino al principio del nuovo anno 1907 avrebbe voluto vestirsi a festa, come tanti altri suoi confratelli e presentarsi a voi per offrirvi i suoi auguri, ma è poveretto quanto si può dire e quindi spera, che voi dal cuor gentile, non gli farete cattivo viso,  quantunque nella sua veste ordinaria; del resto credetelo pure, il cuore l’ha buono e sono fervidi e sinceri gli auguri  che fa pel vostro benessere e prosperità.