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Studi Emigrazione n°217/2020

Studi Emigrazione 217/2020

A cura di Stéphane MourlaneI testi pubblicati in questo dossier sono stati presentati nell’ambito del convegno organizzato a Roma il 25 e 26 marzo 2019 in occasione dell’inaugurazione della mostra Ciao Italia. Un secolo d’immigrazione e di cultura italiana in Francia (1860-1960) all’Institut français-centre Saint-Louis. Un convegno che ha coinvolto storici, sociologi, politologi e geografi francesi e italiani con lo scopo di analizzare l’importanza e la grande fluidità dei movimenti demografici tra l’Italia e la Francia nell’ultimo secolo e mezzo. L’incontro, ospitato dall’École française di Roma, rientrava in un quadro prettamente scientifico segnato dal profondo rinnovamento degli studi migratori, ma non poteva prescindere dal contesto delle relazioni franco-italiane sottolineato dalle parole di benvenuto di Christophe Musitelli, consigliere culturale dell’ambasciata di Francia a Roma. L’ambasciatore francese in Italia era stato richiamato a Parigi “per consultazioni” qualche settimana prima, il 7 febbraio, momento culmine nel deterioramento dei rapporti tra i due paesi, una decisione simbolica eccezionale tra paesi amici e alleati, che non aveva precedenti, tra la Francia e l’Italia, dopo la Seconda Guerra mondiale. Il ministero degli Affari esteri considerava che «La Francia, da diversi mesi, è stata oggetto di ripetute accuse, di attacchi infondati, di dichiarazioni oltraggiose»3 da parte dei dirigenti italiani della coalizione al potere Lega-Movimento 5 stelle. Alle dichiarazioni aggressive di Matteo Salvini, allora vicepresidente del Consiglio, contro il presidente Macron, si era aggiunta la visita in Francia di Luigi Di Maio, l’altro vicepresidente del Consiglio, per sostenere il movimento di contestazione dei “gilets jaunes”. Già il 12 gennaio 2019, il giornale Le Monde evocava «un lento divorzio tra la Francia e l’Italia» segnato a livello governativo da divergenze sul piano economico, sulla questione libica e sugli orientamenti dell’Unione Europea. La questione migratoria costituiva uno dei maggiori punti critici, che alimentavano nell’opinione pubblica italiana il “sentimento antifrancese”.