
Recensione di Meriche di Paolo Brassesco
Recensione del libro Meriche di Paolo Brassesco
Lettere di donne e uomini di Val Brevenna da Stati Uniti, Argentina, Cile e Uruguay (1865–1955)
Collana “Il Periplo”, Ed. Joker
Meriche è un’opera preziosa e commovente che restituisce voce e dignità alla memoria migrante di una piccola valle ligure, la Val Brevenna, attraverso oltre 450 lettere scritte da uomini e donne emigrati nelle Americhe tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Il volume, frutto di una meticolosa ricostruzione genealogica e documentaria, fa emergere non solo i grandi temi della migrazione — povertà, speranza, lavoro, nostalgia, adattamento, affetti — ma anche l’intimità del quotidiano, fatta di saluti, ricordi, racconti familiari e sogni mancati o compiuti.
Brassegso non si limita a raccogliere le lettere: le contestualizza storicamente, genealogicamente e geograficamente, intrecciando con rigore accademico e umanità narrativa le vicende di intere famiglie. Le lettere diventano così un archivio di emozioni e una fonte diretta di storia sociale, che racconta l’epopea dell’emigrazione ligure verso Stati Uniti, Argentina, Cile e Uruguay — un’“America” plurale e spesso idealizzata, le Meriche appunto, meta e miraggio di generazioni.
Illustrato con fotografie d’epoca e corrispondenze originali, il libro colpisce per la sua capacità di farci entrare nelle case, nei cuori e nelle speranze di chi ha lasciato tutto per cercare un futuro altrove. Con rigore e sensibilità, Meriche è un tributo alla resilienza dei migranti e una testimonianza toccante della diaspora ligure.
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