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Studi Emigrazione n°207/2017

Studi Emigrazione 207/2017

a cura di Matteo Sanfilippo e Luigi Maria Vignali

Sono passati due anni da quando la Fondazione Centro Studi Emigrazione propose alla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina di approfondire i temi della “nuova mobilità italiana”. Mentre i giornali pubblicavano decine di articoli sulla fuga dei cervelli, vi erano fondati motivi per considerare la situazione più seria e più complessa. Non si trattava (e non si tratta ancor oggi) infatti solo di persone con alta specializzazione. Gli esperti segnalavano come la crisi economica iniziata nel 2008 avesse rilanciato un vero e proprio meccanismo migratorio, spingendo italiani giovani e meno giovani, iperqualificati e poco qualificati, a cercare una strada nuova all’estero. Era tuttavia necessario verificare la situazione sul terreno, con una metodologia appropriata: un obiettivo che si sono posti Ministero degli Affari Esteri e Centro Studi Emigrazione, per sondare le reali dimensioni e la vera natura di questi flussi e preparare un apposito rapporto. Dopo alcuni incontri preliminari, alla fine della primavera 2016 il compito venne affidato al coordinamento del Consigliere Giovanni Maria De Vita e dei Professori Flavia Cristaldi e Matteo Sanfilippo. Attraverso la rete dei consolati italiani all’estero furono identificati alcuni esperti, incaricati di redigere un quadro dei rispettivi paesi e in particolare di Belgio, Germania, Regno Unito, Australia e Stati Uniti – mete privilegiate delle nuove partenze. Allo stesso tempo, vennero sottoposti alla stessa rete consolare alcuni questionari, da distribuire e far compilare 356 ai connazionali (fonte delle informazioni descritte in uno degli articoli pubblicati nella rivista). Inoltre, il Centro Studi Emigrazione affidò ad altri esperti il compito di affrontare taluni aspetti particolari, per esempio il contributo dei laureati ai flussi in uscita e la percezione che i nuovi espatriati hanno di se stessi (e che i precedenti migranti hanno dei nuovi arrivati). Grazie alla supervisione e all’impegno di tutti i promotori di questa iniziativa, nonostante alcuni cambi nella squadra, il progetto è andato in porto e ha confermato le intuizioni iniziali. In sintesi: l’Italia vive da anni una nuova fase di importante mobilità verso l’estero, dovuta soprattutto alle difficoltà economiche di una crisi prolungatasi nel tempo. Inoltre, queste partenze sono soltanto in parte minoritaria rappresentate dalla fuga dei cervelli. Non è semplice rendere sinteticamente conto dell’insieme dei dati e dei vari contributi presentati in questo fascicolo, nel quale sono rifuse tutte le parti del rapporto di ricerca sulla nuova mobilità italiana.